mercoledì 23 novembre 2016

Step 16- Nel Design

Come già detto in precedenza i colori sono caratteristiche fondamentali di un oggetto che possono renderlo più o meno apprezzabile a seconda dei casi.
Il colore diventa perciò fondamentale in un ambito come quello del design; argomento di questo post è quindi la ricerca di un oggetto di design, caratterizzato dal colore vermiglio, e la sua storia in breve. 

Poltrona Sacco di Zanotta


Il suo nome originario era Lolita, ma per tutti è la “poltrona Sacco” o meglio ancora è entrata nell’immaginario collettivo come la “poltrona di Fracchia”.
Ideata nel 1968, anno di grandi rivoluzioni sociali e di conseguenza di cambiamenti radicali anche nella moda e nel design, la poltrona Sacco divenne in breve tempo un vero e proprio cult nel mondo delle sedute.
Sacco vinse nel 1970 il prestigioso premio di design Compasso d’Oro e due anni dopo entrò a far parte della collezione permanente del MoMa di NewYork e in seguito di quelle di numerosi altri musei internazionali, come il Musée des Arts Décoratifs di Parigi, il Victoria & Albert Museum di Londra, il Museo del Design alla Triennale di Milano.
Primo prototipo di Sacco, 1968
A progettarla per Zanotta furono tre giovani e ancora sconosciuti architetti torinesi, Piero Gatti, Cesare Paolini e Franco Teodoro.
L’idea progettuale è molto semplice: si tratta di una sorta di involucro a fagiolo in PVC, riempito per tre quarti da palline in polistirolo semi – espanso ad alta resistenza, leggero e facilmente trasportabile.
La poltrona non presenta quindi alcun tipo di sostegno, ma proprio nella sua forma instabile risiede l’idea rivoluzionaria.
Grazie alla sua mancanza di rigidità infatti si adatta alla posizione di chi la usa, assumendo di volta in volta aspetti diversi.
Per la prima volta una poltrona si presentava quindi priva di una struttura programmata ma era l’utilizzatore stesso che la definiva in base alle sue esigenze.
Sacco divenne in breve simbolo del relax informale e anticonvenzionale, una poltrona “destrutturata”in cui immergersi e sprofondare completamente.
Ma la poltrona era anche realizzata con un materiale povero che introduceva nel mercato un prodotto seriale finalmente accessibile alla massa.
La nuova tipologia di seduta segnò così un taglio radicale con il passato, tanto che da allora si parlò di Radical Design.
In breve tempo Sacco diventò l’oggetto del desiderio di una élite amante dell’arte contemporanea e dell’arredo moderno, e fu presente nelle case di esperti d’arte ed esponenti del jet set internazionale.
In Italia, fu grazie alla televisione che divenne nota al grande pubblico.
Paolo Villaggio la utilizzò infatti per una esilarante e indimenticabile scena in cui  Fracchia cercava in tutti i modi di sedersi venendo ogni volta inevitabilmente ribaltato.
Poster pubblicitario, 1969
Nel corso degli anni la poltrona è diventata anche un’icona dell’arte e della cultura pop ed è stata realizzata con i più svariati materiali, tra cui il jeans e la pelle, in innumerevoli varianti cromatiche e con diverse applicazioni, come quelle con frange e lustrini presentata nel 2008 per celebrare il quarantesimo anniversario del prodotto.
Ancora oggi riesce ad adeguarsi ai tempi con due nuove versioni, Medium e Small, decorate da disegni e scritte stampati con tecniche digitali, geometrie 3d e grandi occhi ammiccanti.


Fonti:

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